Lungo il litorale della costa orientale sicula, subito dopo la Riviera dei Ciclopi, si trova una riserva naturale orientata detta Timpa in quanto è un promontorio di circa 80 metri di altezza. Essa è percorsa dalla Strada Statale Orientale Sicula 114 e all'interno di essa sono presenti dei borghi marinari, unici per la loro bellezza paesaggistica.
Il primo di essi è Capo Mulini. Esso, lungo la strada statale, segna l'inizio del comune di Acireale, dal cui centro dista circa 5 chilometri, ed il suo molo segna il limite settentrionale del Golfo di Catania. Come abbiamo già visto nel pezzo precedente, il sito dove sorge questo splendido borgo marinaro, secondo la maggior parte degli storici, è quello in cui doveva sorgere la città di Xiphonia e qui sono stati anche ritrovati reperti d'età romana. L'evento più particolare che ha segnato la storia di Capo Mulini è stato il progetto di costruzione, nel 1800, di un grande porto commerciale che però non fu mai realizzato, in quanto si preferì far crescere e sviluppare quello di Catania. Questo fatto ha portato a livelli notevoli la rivalità campanilistica tra Catania ed Acireale. Attualmente esso è popolato da trattorie e ristoranti con menù a base di pesce come la tradizione marinara insegna.
I luoghi d'interesse storico e culturale sono due. Il primo è la Torre S.Anna, oggi divenuta un faro,che fu costruita tra il 1582 ed il 1602, vecchia dimora di un corpo di guardia che controllava l'avvicinamento di navi corsare. Il secondo è la chiesa dedicata a S.Maria della Purità risalente al XVI sec. e rifabbricata nel 1796. Fino al secolo scorso erano presenti delle concerie, ma adesso sono state del tutto abbandonate e adesso l'economia della zona è basata tutta sulla pesca, la ristorazione ed il turismo, come testimonia la presenza di ben cinque alberghi.
Proseguendo sul lato nord del borgo si imbocca una strada provinciale piena di villini a mare e che attraversa un bosco, e si giunge in un altro borgo marinaro molto piccolo, S.Caterina. Esso conta una popolazione di poco più di 300 abitanti, si sviluppa in posizione panoramica a picco sul mare ed è noto per le sue strade strettissime. La sua nascita si aggira intorno al XVII sec. e la chiesa dedicata a S.Caterina d'Alessandria d'Egitto risale al XVIII sec. Il borgo è noto soprattutto per la piazzetta affacciata sul mar Ionio e per le terme costruite negli anni '80 del '900. Al suo interno si trovano anche due ristoranti ed un hotel omonimo, ed è raggiungibile anche dalla Strada Statale. Ritornando in quest'ultima e scendendo dopo il semaforo posto sulla terrazza panoramica si incontrano un paio di curve e si giunge a S.Maria la Scala.
Esso è forse il più suggestivo dei borghi marinari presenti sotto la Timpa, a 3 chilometri dal centro di Acireale ed è collegato ad esso, oltre che dalla già citata strada provinciale, da un'altra strada, non carrozzabile, costruita nel XVI sec. detta Delle Chiazzette che si inerpica sulla Timpa e rappresenta un percorso naturalistico con la Riserva naturale orientata. Il suo punto di partenza è costituito dalla Fortezza del Tocco, un bastione messo a difesa dell'ingresso da mare della città. Gli abitanti sono conosciuti con il nome di scaloti e l'abitato si concentra tutto attorno al porticciolo detto Scalo Grande e si allunga sul lungomare verso sud dove sono presenti costruzioni per la villeggiatura del XIX sec. della borghesia acese. Sul lato sud è presente un mulino ad acqua, detto di Miuccio, documentato a partire dal XVI sec. alimentato dalla sorgente di Testa dell'acqua che sgorga a pochi metri dal mare dalle viscere della Timpa di notevole rilevanza naturalistica. A nord dell'abitato, accessibile via mare, si trova la Grotta delle palombe, complesso di basalti colonnari frantumato dalle mareggiate. Nel 1972 è sprofondato in mare il pugno che si ergeva nella specchio di mare chiuso a sud dalla Pietra delle sarpe. Secondo la leggenda popolare esso era il rifugio amoroso di Aci e Galatea. La chiesa parrocchiale è del XVII sec. L'economia è basata principalmente sulla pesca con il porticciolo protetto da un molo accessibile a medio-piccole imbarcazioni. Negli ultimi anni essa ha perso un pò di terreno in quanto la flotta di pescherecci si è in parte spostata ad Acitrezza. Per contro sono cresciute le attività ricettive e di ristorazione. Nei mesi estivi esso è meta di bagnanti con una spiaggetta di grossi ciottoli di pietra lavica levigati dal moto ondoso e altre punteggiate di scogli e massi lavici. Numerose infine sono le manifestazioni che rendono il borgo meta di turismo locale.
Sempre continuando il nostro percorso lungo la strada provinciale si incontra S.Tecla, oggi diventato principalmente centro balneare e residenziale. Le prime notizie storiche riguardanti questo borgo risalgono al XIII sec. e così la sua nascita è di un secolo precedente a quella di Acireale. Nel XVI sec.venne costruita una garitta di guardia detta dello Scalo Pennisi a causa di scorrerie di corsari turchi, ma ciò fu inutile in quanto il 3 maggio 1582 il pirata Luccialì sbarcò li al comando di 300 pirati e 7 galee e sbancò il borgo, il quale è stato colpito anche da diverse frane, dal terremoto di Acireale e da quello S.Venerina del 2002. A conferma di ciò la presenza di faglie attive. Anche qui è presente una vasta cultura del pesce con la rassegna Un mare di bontà che si svolge ogni anno nel mese di agosto.
Il percorso litoraneo di questa lunga strada provinciale continua con Stazzo, borgo marinaro attestato storicamente dal XIX sec. Il toponimo deriva dal latino statio che si riferisce al luogo in cui riposavano le navi. Nel dialetto siciliano stazzuni indica il forno dove si cuociono i mattoni (fornace) ed un'indicazione in tal senso è la presenza all'interno del borgo di questi forni ormai in disuso. A partire dal XVI sec. la zona già chiamata Cala dello Stazzo era già popolata da case e da un'osteria, aneddoto portato da alcuni scrittori che, su commissione del reame di Spagna, avvistarono la costa per verficare i punti deboli alle incursioni saracene. La chiesa parrocchiale di S. Giovanni Nepomuceno in piazza Mantova eretta nel 1902 ed elevata a parrocchia vent'anni dopo è dedicata al santo patrono del borgo. Nel lato sud della piazza sorgeva la chiesa precedente abbattuta negli anni '50 del '900. Il culto di S.Giovanni Nepomuceno è stato introdotto dai religiosi di Acireale che frequentavano la chiesa di via Galatea in estate. La leggenda popolare narra che il simulacro di S.Giovanni fosse stato portato su una barca di pescatori i quali avevano giurato di donare la sacra icona alla comunità del primo luogo di approdo in cui sarebbero giunti. La costa del borgo è formata da nere scogliere rocciose, intervallate da calette, di cui la principale è la Cala dello Stazzo. Le altre calette, per la loro vicinanza tra di essere, hanno dato il nome alla contrada Cale che separa Stazzo dal successivo borgo di Pozzillo. Il porto, in dialetto chiamato u scalu, è sito nella spiaggetta lavica dirimpetto alla chiesa, è protetto in parte da scogliere naturali ed in parte dal prolungamento artificiale innestato su queste scogliere, ed è stato costruito alla fine degli anni '80. Ha anche esteso il braccio del porto in direzione sud e ampliato il bacino portuale preesistente. Sul porto è collocata una stele alta 20 metri, dedicata alla Madonna del Buon Riposo che ospita anche una lapide per i caduti delle due guerre nativi del borgo. Un altro porticciolo, utilizzato per lo più dai pescatori, si chiama Unna per la sua forma a bacino ed è anch'esso protetto dal mare. Entrambi porti offrono una buona protezione contro i venti provenienti dal nord sia di mare che di terra. L'economia si basa sulla pesca, sul turismo, sulla ristorazione e sulla presenza di numerosi stabilimenti balneari.
Infine, nella parte estremamente settentrionale del comune di Acireale, si trova Pozzillo. Esso è circondato da giardini coltivati ad agrumi coltivati ad agrumi ed il toponimo deriva dal siciliano puzziddu che significa piccola punta o piccolo capo sul mare. Questo borgo è nato attorno ad una chiesa risalente con ogni probabilità al '500 che sorgeva proprio sul puziddu, ma essa è stata demolita per far posto alla speculazione edilizia anni'70. L'attuale chiesa di S.Margherita è nata nel XIX sec. al centro del paese, mentre la parte nuova a 1 chilometro di distanza si chiama Pozzillo Superiore. Al suo interno vi è una sorgente d'acqua minerale alcalina, classificata come solfato-magnesiaca, prelevata da tre artificiali e commercializzata sin dal 1926. La società Acquapozzillo, cessata dopo il 2000, fornì il re Ferdinando I di Bulgaria, soggiornante in Sicilia. Il borgo ha anch'esso, come tutti gli altri del resto, una certa vocazione alla pesca, come testimoniano le sagre del polpo e del pesce spada, aventi luogo rispettivamente il penultimo e l'ultimo weekend di luglio. Ma la particolarità gastronomica maggiore sono le Olive Verdi schiacciate conservate in salamoia, da mangiare per tornagusto, come companatico, come ingrediente per antipasti o secondi piatti di pesce. In questo borgo sono stati girati due film, Un bellissimo novembre di Mauro Bolognini ispirato all'omonimo romanzo di Ercole Patti, con la location della Timpa e dell'antica chiesa, e La prima notte del Dott. Danieli, industriale, col complesso del....giocattolo con la vista della baia Fontanelle.
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