sabato 13 agosto 2016
Sperlinga ed il suo castello
Sperlinga, detto Sperrenga in dialetto gallo-italico e Spillinga in dialetto siculo, è un comune di 896 abitanti appartenente alla provincia di Enna, situato tra i monti Nebrodi e le Madonie a 47 chilometri da Enna e considerato uno dei borghi più belli d'Italia. Il nome deriva dal greco significa spelonca, ovvero grotta e fu definito una regale dimora rupestre scavata in una notevole mole di roccia arenaria. Il territorio comunale è caratterizzato così da numerose grotte. Il primo documento che attesta l'esistenza del paese risale al 1082 ed è un privilegio del Conte Ruggero. In seguito avvenne una forte colonizzazione da parte di popolazioni lombarde provenienti dal Nord Italia, e conseguenzialmente a ciò, si parla tuttora a Sperlinga un dialetto gallo-italico, diffuso anche in altre zone dell'isola, a causa di immigrazioni dalle province di Novara, Asti e Alessandria. Gerard Rohlfs fece a tal proposito un'interessante ricerca tra il 13 e il 14 aprile del 1924. In un documento del 1239 Sperlinga viene per la prima volta attestato come castrum, borgo dotato di strutture castellane. La sua storia si identifica con quella delle famiglie che hanno posseduto il castello, vero e proprio monumento con il quale si identifica il paese. Esso nacque tra XI e XII sec. durante la dominazione normanna sulle rovine di poco nota fortificazione araba e fu costruito su un basamento rupestre dalle popolazioni indigene sicule che utilizzavano le grotte scavate come sepolcri. Queste ultime divennero abitazioni nel periodo dei bizantini e dei saraceni. Nel periodo angioino il proprietario era Petro de Lemanno mentre, dal 1324 al 1597, fu posseduto dalla famiglia Ventimiglia. Successivamente passò in mano a Giovanni Forti Natoli ed il re Filippo IV, nel 1626, diede ad egli il titolo di principe di Sperlinga ed il privilegio di potervi fabbricare terre. Il castello divenne così al suo interno un grande centro commerciale ed il suo territorio fu attraversato da trazzere regie che permisero collegamenti con i più centri dell'isola. Giovanni Natoli fece anche edificare la Chiesa di S.Giovanni Battista fuori dalle mura di cinta del castello e diede così inizio allo sviluppo di tutto il borgo. Il figlio Francesco, nel 1658, cedette il castello e l'attigua proprietà feudale agli Oneto, duchi di Sperlinga, e nel mentre manteneva il titolo di principe di Sperlinga. La famiglia mantenne la proprietà, dal 1680, in condivisione con gli Spatafora fino al 1698. Nel 1862 il proprietario divenne il barone Nunzio Nicosia, i cui discendenti mantennero la proprietà fino al 1973, anno in cui fu ceduto definitivamente al comune. Oggi all'interno del castello sono presenti scavi per funzioni astronomiche, come la gestione della penetrazione del sole nel solstizio d'inverno e d'estate ed un silos di 12 nicchie con funzione d'orologio solare.
Grande interesse storico riveste una scritta posta sull'arco a sesto acuto dell'androne del castello che enuncia Quod siculis placuit sola Sperlinga negavit. La frase fu fatta incidere da Giovanni Natoli nel giorno in cui entrò in possesso del castello ed è legata ad una delle vicende dei Vespri Siciliani. Nel 1282 una guarnigione francese di angioini si chiuse all'interno del castello e resistette per oltre un anno. A confermare ciò è un documento di Carlo d'Angiò del 27 settembre 1283 ritrovato dallo storico Michele Amari che sottolinea come i soldati angioini capitanati dal già citato Petro de Lemanno arrivarono sani e salvi in Calabria e furono premiati con la concessione di alcuni poderi. Dell'evento si trova un cenno anche nella Gerusalmemme conquistata, riscrittura riveduta e corretta della Gerusalemme liberata sempre opera di Torquato Tasso, a cui egli lavorò tra il 1582 ed il 1593, che enuncia O di Sperlinga, al fin pietoso a Franchi. La frase incisa da Natoli viene comunemente utilizzata nel linguaggio moderno per indicare un comportamento isolato che si discosta da quello condiviso da tutti gli altri.
Altri luoghi d'interesse sono il Borgo rupestre, la via Valle ed il Bosco. Il Borgo rupestre, detto e Rutta in gallo-italico, è formato da una serie di grotte, collegate tra loro dalle contrade Rossa, Cicera, Perciata, Grotta Vecchia e del Balzo, disposte in file sovrapposte e collegate da corridoi all'aperto. Furono regolarmente abitati fino al 1960 per poi essere gradualmente abbandonati, soprattutto in virtù del fatto che il comune acquisto 6 di queste nel 1982. Adesso esse fanno parte del percorso turistico e all'interno vi si trovano un forno per la panificazione, un focolare e altri oggetti di uso agricolo. Vi si accede in due modi: da piazza Castello per la via Cortile e seguendo la scalinata scavata nella roccia e dalla via Arena in salita ripida. La via Valle, detta a Vao in gallo-italico, è un suggestivo quartiere con delle linee rosse concentrazione di ossido di ferro nella roccia arenaria. Il Bosco, detto O Bosco in gallo-italico, è un'aperta boscaglia alle pendici del monte Zimmara composta da roverelle, un fitto sottobosco popolato da ginestre spinose e da perastri, dai cifi, piccoli abbeveratoi scavati nella roccia arenaria e messi in cascata, e da una casa forestale, attualmente in fase di restauro. Esso è meta di conigli, lepri, volpi, e gatti selvatici e diverse specie di uccelli ed è un'altura che si trova tra gli 800 e i 1000 metri . Da notare infine la Contrada Capostrà, celebre per essere stata il sito di una foto divenuta simbolo mondiale dello sbarco alleato in Sicilia e scattata nel 1943 da Robert Capa.
Sperlinga è nota per la produzione delle frazzate, tappeti tessuti a mano su vecchi telai in legno. L'agricoltura è anch'essa molto florida e si fa notare per la produzione di olive, agrumi, grano e per la presenza di foraggi con produzione floricola. L'allevamento biologico locale di bovini e ovini con prodotti derivati trova la sua maggiore espressione nella Fiera del Bestiame che si tiene nei mesi di giugno, luglio e agosto. Tra i prodotti agroalimentari spiccano la fresca tela, polenta di farina di grano duro con lardo e broccoletti, la cassata ed il Tortone, dolce preparato con la pasta del pane fritta in olio e cosparsa di cannella. Ad esso è dedicata la sagra, che si svolge ogni anno il 16 agosto, nata nel 1982, in occasione del centenario settimo dei Vespri Siciliani, all'interno del Borgo rupestre e che consiste nella distribuzione e degustazione di cibi locali tipici appartenenti alla tradizione culinaria del luogo. Al centro di essa naturalmente il Tortone gustoso. Nei giorni precedenti ad essa i vari rioni del paese si sfidano in vari giochi, ognuno di essi rappresentato da una Dama. La dama del rione che ottiene il maggior punteggio viene eletta Castellana del paese di Sperlinga. Nel giorno della festa la Castellana, insieme alle altre dei paesi Gallo-Italici partecipa al corteo storico, composto da molti personaggi, in costume d'epoca, che sfilano lungo le vie del paese. Una giuria elegge la Dama dei paesi Gallo-Italici e durante la serata nella piazza Castello avvengono rappresentazioni di eventi storici, spettacoli pirotecnici, canti e balli.
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