Giuliano Spina nato a Catania il 18/03/1989 laureato in Lettere moderne

sabato 3 settembre 2016

Il borgo di Brolo


Brolo, detto Brolu in siciliano, è un comune italiano di 5863 abitanti appartenente alla Città Metropolitana di Messina. Esso è situato lungo la costa tirrenica a circa 90 chilometri da Messina e circa 145 chilometri da Palermo. Il territorio comunale, che ha un'estensione di 7,66 chilometri quadri, è bagnato a nord dal mar Tirreno e a sud è circondato dalla catena montuosa dei Nebrodi. Questa zona geografica è formata da una fascia pianeggiante compresa tra la costa e l'autostrada A20 Messina-Palermo che pentra verso l'interno in corrispondenza dei tre corsi d'aqua principali, ovvero la fiumara di S.Angelo di Brolo, il torrente Iannello, da cui prende nome l'omonimo quartiere, e la fiumara di Brolo. Questa fascia è racchiusa da una zona collinare che, partendo dalla pianura, si eleva gradualmente sino a confluire nella catena nebroidea. I confini amministrativi sono a nord con in il mar Tirreno, ad ovest con il comune di Naso, a sud con il comune di Ficarra e ad est con i comuni di Piraino e S.Angelo di Brolo. Il territorio comunale, sviluppato attorno al centro urbano, è formato anche da una serie di frazioni e località importanti sia per l'incremento demografico avuto che per la rivalutazione della loro posizione all'interno del territorio, in relazione alla crescita in termini urbanistici di esso. La frazione più importante è quella di Piana, la quale pochi anni fa era separata dal centro urbano, ma che, conseguentemente allo sviluppo dello stesso, che ha scelto come direttrice di sviluppo urbanistico la via Trento-Piana, è venuta a formare con esso un unico agglomerato urbano. Lo sviluppo edilizio di Brolo avviene, a differenza degli altri comuni ubicati nella costa tirrenica, nella zona pedemontana. Già nel 1872 Piana era, insieme alle località Ferrara, Fosso del Gelso, Cordile, Bosco e Mendoleri, una delle cinque sezioni censuarie di Brolo. Altre frazioni e località sono site lungo la Strada Provinciale Brolo-Lacco e sono Parrazzà, Iannello, Lacco, Sellica e Casette. A Parrazzà sono stati realizzati diversi complessi edilizi, mentre vicino alla frazione di Iannello, situata a 290 metri sul livello del mare inzona collinare, si ammirano scorci di paesaggi agresti. Nel percorso da Iannello a Lacco si trovano ulivi, la qual coltura rappresenta la componente predominante del paesaggio. La frazione di Lacco, in collina a 500 sul livello del mare, è divisa trai comuni di Brolo e Piraino, mentre Sellica e Casette, a 600-700 metri sul livello del mare, rappresentano la parte più interna del comune e confinano con i comuni di S.Angelo di Brolo e Ficarra. Percorrendo la Strada Statale Settentrionale Sicula 113 in direzione Gliaca di Piraino si arriva nelle seguenti località: la contrada Scinà, la contrada Lago ed il quartiere S.Anna. Queste ultime due si trovano a ridosso del torrente S.Angelo. In quest'ultima area sono presenti spazi destinati all'agricoltura, degli agrumi in particolare, con il limone Citrus limon. Di esso la coltivazione specifica predominante è il Femminello Comune da cui si è originata, a causa delle caratteristiche del clima, la cultivar del Femminello di Brolo, detto U Cucuzzaru. Le piante di ulivo, oltre a soddisfare il bisogno di olio, fungono anche da alberi frangivento ed in passato servivano a delimitare i confini di proprietà, Nei terreni ad ovest, precisamente nella vecchia contrada Filanda, oggi chiamata Malpertuso, si trovano alberi da frutto e appezzamenti di terreno destinati ad orti, e qui gli alberi d'ulivo proteggono gli agrumi e la funzione di frangivento è assolta dai cipressi. L'origine del toponimo deriva dal latino Brolium, che significa giardino. Dalla ricostruzione della Tabula Peutingeriana si possono ricavare alcune notizie riguardanti il territorio di Brolo. Da questa antica cartina, che descrive la viabilità della Sicilia nel IV sec., si nota come la Via Valeria, strada principale, insieme alla Consolare Pompea, dell'isola, collegava lo Stretto di Messina ed il Capo Lilibeo. Il percorso dell'attuale SS 113 ricalca quasi del tutto quello della via Valeria, la quale era di grande importanza per gli scambi commerciali all'interno dell'isola. Ancora prima di essere un borgo di pescatori Brolo era molto probabilmente quello che Catone chiamava granaio del popolo romano. La storia di questo borgo medievale nasce e si sviluppa attorno al castello, costruito a picco sul mare, che dominava un vasto tratto della costa tirrenica, proteggendo le spiagge sottostanti dalle incursioni piratesche. In epoca normanna ed araba esso veniva chiamato Voab, ovvero Rocca marina. Questo fa capire come il villaggio era importante nel tratto di costa tra Capo d'Orlando e Capo Calavà per la sua posizione geografica. Il porto era l'unico presente in questo litorale e, come scrisse il geografo Edmiri nel 1154, veniva chiamato Marsa Daliah ed era protetto da un'iniziale costruzione adibita all'avvistamento delle navi saracene. Le fonti antiche più attendibili fanno risalire la costruzione del primo insediamento ed impianto urbanistico all'XI sec. attribuendola ai Primati di Sicilia, nobile famiglia appartenente al ceppo di Bartolomeo d'Aragona e legata alla corte di Federico II.
  


La Chiesa Madre dedicata a Maria SS. Annunziata, costruita nel 1764, è il luogo di culto di riferimento del borgo in quanto è dedicata alla santa patrona e conserva al suo interno dipinti ed affreschi di pregevole fattura. La Statua del Cristo degli Abissi viene collocata ogni anno, in occasione della Festa del Mare, sul fondale marino in direzione dello scoglio che si erge di fronte al lungomare, viene fatta riemergere e issata sullo scoglio dove resta per qualche giorno. Il Castello Medievale che sovrasta il paese è il monumento più significativo dal punto di vista soprattutto storico. Esso è raggiungibile dalle tante viuzze che tagliano il borgo ed era residenza della principessa Bianca Lancia, moglie di Federico II nel 1246 e madre di Manfredi, e sorge su un'incantevole promontorio a picco sul mare, delimitato dalle antiche mura di cinta, con i due portali di accesso, che racchiudono un parco di alberi ad alto fusto con un pozzo esagonale, il tutto sormontato da una torre che si eleva per quattro livelli e culmina in una terrazza merlata. Al secondo piano si trovano la sala di rappresentanza ed il balcone panoramico. La sua fondazione risale al X sec. d. C. ed il nucleo centrale risale al periodo normanno. In seguito esso divenne reggia alla magnifica corte di Federico II e del figlio Manfredi, Re di Sicilia nel 1258. Al balcone panoramico è legata la leggenda di Maria La Bella, figlia di Francesco I. La principessa aspettava affacciata al balcone il suo amante che sopraggiungeva dal mare. Lo spasimante, una volta raggiunta la torre, si aggrappava alle lunghe trecce dell'amata per raggiungerla in segreto. Il fratello di Maria, accortosi di quanto accadeva, tese un agguato al giovane, aspettandolo sullo scoglio antistante il Castello e ferendolo a morte. La principessa aspettò così per molto tempo invano il suo amato. Ancora oggi si dice che lo spirito innamorato della bella Maria appaia nella notte ai pescatori del luogo.





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