Giuliano Spina nato a Catania il 18/03/1989 laureato in Lettere moderne

sabato 24 settembre 2016

Il confronto tra culture e religioni e la crisi della carta stampata al Seminario di aggiornamento Raccontare l'accoglienza









Venerdì 23 settembre 2016, nell'ambito del XXV Seminario di aggiornamento "Raccontare l'accoglienza", all'Hotel Eloro di Marina di Noto la mattina ed al Seminario Arcivescovile di Noto nel pomeriggio, si è parlato dei temi del confronto tra culture e religioni, con un occhio di riguardo al problema dell'immigrazione, e della crisi della carta stampata a favore delle nuove forme di comunicazione multimediale. Nel primo incontro, quello mattutino introdotto e condotto da Rachele Gerace, giornalista de La scintilla di Messina, con l'avvocato Sofia Amoddio si è trattato il tema del fenomeno migratorio in Italia affrontando le ragioni storiche di esso, le quali hanno visto nel porto di Augusta il primo porto più importante dello sbarco, seguito da Pozzallo, Lampedusa e Siracusa. Un cambiamento di non poco conto si è registrato negli ultimi due anni, in quanto fino a due anni fa la maggior parte dei migranti proveniva dalla Siria, mentre adesso provengono dall'Eritrea e dalla Somalia, e tutto questo rinforza l'enunciato secondo il quale noi siciliani siamo una mistura di popoli. Attualmente la maggior parte delle richieste d'asilo è in Svezia e in Germania. La parola è poi passata al direttore, il dottor Giuseppe Malandrino, il quale ha iniziato la sua trattazione partendo dal dualismo disoccupazione-migranti, il quale spesso porta ad una forma di razzismo da parte di noi italiani, ed è poi passato a parlare della diseguaglianza nel mondo che porta ad una sorta di "anormalità" delle condizioni dei paesi del terzo mondo, alla quale si aggiunge anche lo sfruttamento di essi. Ha concluso affermando che dai paesi in guerra fuggono 140000 migranti e parlando della dicotomia tra il comportamento cristiano e quello economico da parte nostra nei confronti del migrante. Il professore Luciano Nicastro, docente di Sociologia della Comunicazione alla LUMSA di Caltanissetta, ha parlato del concetto di utopia minimalista enunciato da Luigi Zoia, il quale porta spesso noi italiani ad aiutare il prossimo con il minimo. Padre Giovanni Treglia, missionario in Tanzania, ha iniziato parlando dello studio della lingua del paese, nella quale il verbo avere non ha l'accezione di possesso che ha nella nostra lingua, e ha poi proseguito affermando il concetto che la vita conta più ogni altra cosa, indipendentemente da dove siamo, e puntualizzando che la coltivazione dei prodotti di cui noi ci nutriamo si pratica nei paesi poveri. Padre Vittorio Bonfanti, missionario in Malì e studioso della cultura bambara, ha parlato del fatto che spesso i Musulmani vengono erroneamente identificati con il terrorismo, mentre in Malì Cristiani e Musulmani hanno dialogo e ha concluso parlando del processo di evangelizzazione umana e della ricerca, nella vita, del dialogo con lo straniero con coraggio. Suora Giovanna Minardi del PIME e missionaria in Oriente ha parlato del suo viaggio ad Hong Kong, dove sono presenti 52 parrocchie nella quali i cattolici vivono con genti delle altre religioni, grazie ad un lavoro molto forte di integrazione, puntualizzando in seguito che li non si parla il cinese mandarino, ma il cantonese, e ha concluso sempre con il concetto di evangelizzazione affermando l'importanza del battesimo e raccontando l'opera di Padre Gianni Criveller, missionario anch'egli del PIME ed espulso cinque anni fa dalla Cina. Infine Suor Rachel Soria, missionaria in Kenya, ha parlato di come li i ragazzi dormono vicino alle condutture fognarie, mangiamo i rifiuti e poi finiscono in brutti giri. In Kenya i carcerati vengono considerati figli di Dio in quanto sono più grandi del male che hanno compiuto.





Nell'incontro del pomeriggio al Seminario Arcivescovile di Noto, introdotto e condotto da Giuseppe Vecchio, giornalista e delegato regionale FISC, si è tratta il tema dell'avvento delle nuove forme di comunicazione multimediale. Monsignor Raspanti, arcivescovo di Acireale, ha esordito affermando che il primo cambiamento in questa direzione è avvenuto con la digitalizzazione dei dati e con la nascita e veloce crescita dei social network, i quali hanno bisogno di possedere più dati possibili. Ha fatto anche l'esempio di come la NASA manda uomini in ogni angolo dell'universo, i quali devono elaborare tanti dati in meno di un secondo. Ha anche puntualizzando l'esigenza di saper intercettare le notizie e i dati ed avvertirne sia vantaggi che disagi. La parola è poi passata a Domenico Ciancio, condirettore del quotidiano La Sicilia, il quale ha parlato della crisi dei quotidiani, ma anche della speranza di una ripresa. Ha trattato anche il tema dell'anonimato della rete, la quale deve essere giustamente utilizzata solo per i doveri e nella quale i dati devono essere utilizzati meglio, anche al fine di ottenere una veridicità delle informazioni che vengono veicolate. A questo scopo deve concorrere una lavoro sui progetti di comunicazione.











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