Giuliano Spina nato a Catania il 18/03/1989 laureato in Lettere moderne

sabato 17 settembre 2016

Il Ponte dei Saraceni tra Adrano e Centuripe


Il ponte dei Saraceni è un ponte in pietra costruito nel IX sec. che collega i comuni di Adrano (Ct) e Centuripe (En) e sovrasta il fiume Simeto. Malgrado sia stato denominato in questo modo, sembra che sia stato costruito durante l'epoca della dominazione romana. Esso è sito nella contrada denominata Salto del pecoraio, in onore ad un'antica leggenda secondo la quale un pastore innamorato saltava dall'una all'altra sponda per recarsi dalla sua amata. Nelle vicinanze si trova un'altra contrada, denominata Del Mendolito, nella quale si trova l'area della più estesa città ellenica della Sicilia, la Città Sicula del Mendolito, risalente al IX-V sec. a. C.. Di essa è stata individuata la cinta muraria e messa in luce la Porta Sud. Altri ritrovamenti archeologici hanno portato alla conclusione che nel luogo dove oggi sorge il ponte, già in età neolitica, poteva esistere una passerella in legno costruita per esigenze di commercio e scambi tra le città sorte delle vie del Simeto. In epoca romana si ritenne opportuno sostituire questo vecchio passaggio con una solida struttura architettonica in pietra. Nacque così una delle viae frumentariae che servivano a trasportare il frumento dall'interno della Sicilia orientale ai porti marittimi della costa ionica. Così il ponte diventava parte di un'antica strada che dalla Sicilia nord-orientale e lungo il corso dei fiumi Alcantara e Simeto portava alla piana di Catania con diramazioni per Regalbuto, Troina, Agira, Centuripe, Adrano (che ai tempi si chiamava Adernò), Paternò, Catania e Lentini. Insieme ai dongioni di città come Adrano e Paternò esso assicurava anche un controllo militare di tutta la zona. Dopo un crollo avvenuto a causa di una piena del Simeto gli Arabi lo ricostruirono e curarono gli effetti cromatici alternando pietre chiare e pietre scure nelle campate degli archi. Durante la dominazione normanna esso fece parte di un importante asse viario che collegava la città di Troina, prima capitale del regno di Ruggero I di Altavilla, con Catania. Da questo periodo in poi, fino al XVIII sec., il ponte ed il territorio limitrofo facevano parte di vari feudi, tra i quali quello del Duca di Carcaci. Il terremoto del 1693 causò molti danni e portò al crollo dell'ultima arcata verso levante, lasciando anche parecchio malandati l'arcata principale e l'altra piccola arcata ad ogiva a fianco della maggiore. In conseguenza di ciò, nel corso del '700, avvennero lavori di restauro e riparazione e fino alla fine del secolo il ponte rappresentò l'unica viabilità esistente per andare a Catania. Successivamente perse importanza e fu ridotto ad un semplice sentiero, complici anche la costruzione del ponte-acquedotto di Biscari nel Guado della Carruba e la nascita di nuove vie di comunicazione. Attualmente si conserva solo l'arcata maggiore centrale, in quanto nel 1948 un'alluvione distrusse la altre che comunque in seguito furono ricostruite. Un particolarità che rende unico il paesaggio sono le forre laviche, strutture basaltiche dovute a colate laviche pre-etnee scavate dall'azione erosiva del Simeto. Dall'anno 2000 il sito in cui sorge il ponte è all'interno del Sito di interesse comunitario denominato Forre laviche del Simeto, mentre il 22 gennaio 2015 il quotidiano La Repubblica lo ha designato come uno dei trenta ponti più belli d'Italia.

Nessun commento:

Posta un commento