Giuliano Spina nato a Catania il 18/03/1989 laureato in Lettere moderne

sabato 10 settembre 2016

Il vino Etna Bianco Superiore attraverso la conoscenza delle ottime proprietà del vitigno Carricante




Oggi, sabato 10 settembre alle ore 10,30 durante un convegno tecnico svoltosi al Centro Servizi di Milo nell'ambito della rassegna enogastronomica Vinimilo, abbiamo scoperto la bontà del vino Etna Bianco Superiore prodotto all'interno del vitigno Carricante. Esso è un vino bianco esclusivamente autoctono, in quanto viene prodotto, da circa cinquecento anni, solo nel territorio compreso tra Milo ed il confinante comune di Zafferana Etnea, in particolar modo nella splendida contrada agreste di Caselle posta ad 800 metri di altezza, grazie ad un particolare tipo di uva, detta Carricante. L'essere un vino totalmente autoctono lo porta anche ad avere una appellation comunale identificata col territorio di Milo. A tutto ciò contribuiscono le molteplici risorse del territorio vulcanico etneo, come il particolare suolo vulcanico, in alcuni tratti basaltico, il livello di altitudine, il quale rimanda al concetto di verticalità del vulcano esposto durante la conferenza stampa di presentazione, l'esposizione verso il mare ed infine l'azione dei piccoli frammenti solidi di lava, comunemente chiamati lapilli. Nell'ambito della coltivazione è molto importante l'intervento dell'uomo per una modifica del territorio alla quale contribuisce anche il concetto di verticalità. Il terreno sabbioso viene curato giorno dopo giorno e, dato il suo continuo riversamento verso il mare, porta alla costruzione di muretti a scala, solitamente a tre strati, i quali lo mantengono in condizioni sempre ottimali. Per la crescita in altezza degli alberi sono determinanti la funzione dei pali di castagno, i quali fanno quasi da tutori, la profondità, che con il tempo diventa via via sempre più lunga, della radice, grazie anche al fondamentale apporto delle acque piovane, e la manodopera. Per la conoscenza tecnica e scientifica della tipologia di vino è stato fondamentale l'apporto di Alfredo Maria Mazzei, fondatore nel 1881 della Scuola di viticoltura ed enologia di Catania il quale, insieme ad Antonino Zappalà, fece diverse ricerche con analisi chimiche, anche riguardo ad un'eventuale diffusione del vitigno del Carricante al di fuori dei territori di Milo e Zafferana Etnea. Queste ricerche portarono alla conclusione che, a partire dal momento della vendemmia, deve trascorrere un periodo che va da un anno e mezzo circa fino anche ai 3 o 4 anni affinché il prodotto coltivato trovi un equilibrio chimico-organolettico e venga così diminuito il livello di acidità iniziale. Quest'ultima cosa avviene soprattutto grazie a fenomeni fisici e biochimici come le precipitazioni tartariche e le fermentazioni malolattiche le quali lo portano ad essere fragrante al momento del consumo. Una menzione particolare nell'ambito della coltivazione merita la tecnica dell'impianto del franco di piede la quale serve a garantire una corretta selezione dei vigneti e porta ad un periodo di durata di circa quindici anni per una perfetta riuscita del prodotto finale.



La caratteristica che come abbiamo già accennato rende unico il vino Etna Bianco Superiore è la sua acidità. Essa viene bilanciata grazie all'innesto, durante la coltivazione, dell'uva Carricante con almeno altre due tipologie, ovvero la Minnella e la Vespaiola le quali, oltre a moderare l'effetto acido nel gusto, contribuiscono anche a non rendere il vino molle e a renderlo così allo stesso tempo saporito e gustoso. Come in tanti altri prodotti agricoli, il livello di acidità viene determinato anche dalla condizione di salinità del terreno e dal livello di ph, i quali lo rendono un vino a tutti gli effetti neutro da un punto di vista aromatico e che trae la propria forza da chi lo produce. Tutte queste credenziali portano alla conclusione che esso si sposa solo ed esclusivamente con il territorio etneo, come hanno dimostrato delle successive ricerche avvenute nel corso del XX secolo, le quali hanno stabilito che è molto difficile esportare questo tipo di vino al di fuori del proprio territorio di nascita. Nel corso degli anni la quantità di terreno disponibile all'interno del territorio si è andata però anche riducendo in quanto buona parte di verde ha lasciato il posto a diverse costruzioni e quindi al cemento, ma ciò non ha fermato l'espandersi dell'ampiezza del mercato che ha portato il vino ad essere venduto ad 1,80 euro al chilo, tutto questo anche perché nel territorio vulcanico non vi sono regole di produzione e le caratteristiche del suolo continuano, di anno in anno, ad essere del tutto ottimali. Un grande cambiamento si è avuto, nel corso degli anni, anche grazie al fatto che il vino è passato dall'essere fonte di sostentamento delle famiglie residenti nel territorio al rappresentare una grande fonte di investimento per le aziende. Nell'ambito della propria vendita esso viene sempre prodotto con uniformità di tempo e produzione e l'azione dei produttori e degli intermediari porta anche ad un ottimo livello di comunicazione in quanto i clienti vengono anche in un certo senso fidelizzati. Ad una corretta e perfetta diffusione del prodotto concorrono anche l'attivazione di luoghi che tramandano la tradizione del vino dell'Etna, la scelta delle risorse umane, le quali vanno di anno in anno aumentando, la costruzione di una mappa per i percorsi vinicoli all'interno degli agriturismi e delle aziende, la quale porta sia ad un corretto comportamento di chi viene da fuori che ad un precisa definizione delle dimensioni del territorio, ed infine il corretto imbottigliamento del vino, il quale da una garanzia in più per il prodotto in se e stimola chiunque utilizzi il marchio ad assicurarne la qualità.














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